Siamo stati invitati da amici a trascorrere qualche giorno di vacanza in montagna, a Canale d’Agordo, un paesino in provincia di Belluno, tra Falcade e Agordo, a circa 1000 m. di altitudine, nella Valle del Biois, all’imboccatura della Valle di Gares.
Il posto è suggestivo, con il Civetta da una parte e le Cime d’Auta dall’altra, è veramente molto bello e noi oramai, ci siamo affezionati a questo luogo.
E’ anche il paese di Papa Luciani, Giovanni Paolo I, e si può vedere la sua casa natale (solo dall’esterno!).
A Canale, come in altri paesi della zona, si trovano dei bellissimi dipinti sui muri delle case.
Questo, in particolare, è stato fatto dal noto pittore Giuliano De Rocco, nativo proprio del posto.
Ci sono poi i caratteristici fienili delle Dolomiti, i Tabià, e ce ne sono veramente tanti!
Un giorno eravamo andati a fare un pic-nic e ad un certo punto è sbucato un signore con in mano una “mazza di tamburo” gigante! Gigante per me, che non ne avevo mai vista una così…
da wikipedia.org
Mazza di tamburo (Macrolepiota procera)
Ottimo da cotto, va consumato solo il cappello.
Si presta per la preparazione di cotolette, quando il cappello è totalmente aperto e con le lamelle ancora bianche, mentre con gli esemplari più giovani (non ancora aperti) si preparano gustose frittate.
Attenzione!
Commestibile con cautela – fungo leggermente tossico da crudo, che necessita di prolungata cottura, e perciò va evitata la preparazione alla piastra o alla griglia, in quanto le parti interne potrebbero rimanere parzialmente crude.
Gli esemplari essiccati spontaneamente sono più aromatici e dovrebbero aver perso la loro tossicità; si consiglia comunque di consumarli previa cottura. Si raccomanda di non immergere il gambo degli esemplari ancora chiusi, per accelerarne l’apertura. Ciò potrebbe comportare una maggiore tossicità del fungo.