Quando quel giorno trovai sul volantino del supermercato un’impastatrice in super offerta, capii che sarebbe stata la volta buona: l’avrei comprata!
Il prezzo era veramente vantaggioso e dovevo approfittarne: “O adesso o mai più…”
Fu così che l’impastatrice entrò nella mia cucina. Non potete nemmeno immaginare la felicità di mia sorella che, non appena saputo del mio acquisto, era al settimo cielo.
E’ lei la cuoca, la pasticcera, la pizzaiola e non vedeva l’ora di insegnarmi a fare pizze e focacce per i suoi nipoti.
Io ero un po’ meno entusiasta, perché già mi vedevo districarmi tra riunioni scolastiche, faccende domestiche, lavoro full time a 25 Km da casa e farina sparsa per tutta la cucina!
Ma mia sorella era così felice che non potevo non esserlo anch’io. Quello stesso giorno (quello dell’acquisto), venne a casa mia con gli ingredienti necessari per fare quella che sarebbe stata la mia prima focaccia.
Mi disse che l’impastatrice andava provata, giustamente, perché se non funzionava bene avrei potuto riportarla al negozio e farmela sostituire. Era vero, il suo ragionamento non faceva una grinza.
E allora, al lavoro!
Si comincia col pesare la farina, rigorosamente integrale, poi il lievito, l’acqua, il sale e infine l’olio extravergine d’oliva.
Mi sento emozionata mentre sollevo il coperchio della mia impastatrice e ci verso dentro un po’ d’acqua, aggiungo il lievito e lo faccio sciogliere bene, poi chiudo il coperchio e finalmente, sotto l’occhio vigile e orgoglioso di mia sorella, la faccio partire.
Funziona! La mia impastatrice funziona!
Piano piano aggiungo la farina, quindi l’acqua rimanente alla quale avevamo aggiunto il sale e infine l’olio e lasciamo che l’impastatrice faccia il suo lavoro.
E’ un po’ rumorosa, ma a noi non interessa. Il livello del mio nuovo elettrodomestico non è dei più alti, ma sta facendo quello per cui è stata costruita: impasta.
Un momento…attimo di panico!
Non è molto stabile, si sposta mentre lavora e sembra che non ce la faccia più. Mia sorella mi guarda con uno sguardo “compassionevole” e mi dice che non possiamo sforzarla, dopotutto non si può pretendere troppo da questa macchinina, dovremo finire di impastare a mano.
Ma quando apriamo il coperchio, tiriamo fuori una bellissima palla rotonda, liscia e morbida. Ce l’ha fatta!
Ora l’impasto deve riposare, poi verrà steso e messo in una teglia a lievitare e, quando sarà al punto giusto, infornato.
E dopo questa prima volta, ce ne sono state tante altre: pizze, focacce e torte, sempre con la mia “baracchina”, che però continua a funzionare.