L’importanza delle fibre

Estratto dal libro “The CHINA STUDY” di T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell 

 

L’IMPORTANZA DELLE FIBRE

 

Le fibre sono in grado di estrarre l’acqua dal corpo e di convogliarla nell’intestino per mantenerlo in funzione.

Come carta adesiva, le fibre non digerite catturano anche pericolose sostanze chimiche che transitano nell’intestino e potrebbero essere cancerogene.

Se non consumiamo abbastanza fibre, siamo soggetti a malattie collegate alla stitichezza.

Secondo Burkitt, tra queste rientrano il cancro dell’intestino crasso, la diverticolosi, le emorroidi e le vene varicose.

Nel 1993 il dott. Burkitt fu insignito del prestigioso Bower Award, il riconoscimento più munifico del mondo dopo il premio Nobel.

La fibra alimentare si trova esclusivamente nei cibi di origine vegetale.
Questa sostanza, che conferisce rigidezza alle pareti delle cellule nei vegetali, si presenta in migliaia di varianti chimiche ed è composta soprattutto da molecole di carboidrati altamente complesse.

Le fibre sono digeribili in minima parte, o non lo sono affatto, ma avendo poche o nessuna caloria, contribuiscono, tra l’altro, a diluire la densità calorica delle nostre diete, creano un senso di sazietà e aiutano a placare l’appetito.
In questo modo soddisfano la fame e riducono il consumo eccessivo di calorie.

Ma secondo alcuni “esperti” statunitensi, la fibra presenta un lato oscuro.

La loro obiezione è che se l’apporto di fibra è troppo elevato, il corpo non è in grado di assorbire altrettanto ferro e altri minerali collegati, che sono sostanze essenziali per la salute.
La fibra si legherebbe a queste sostanze nutritive trasportandole attraverso l’organismo prima che questo sia in grado di assimilarle.

Questi scienziati sostengono che il massimo apporto di fibre dovrebbe aggirarsi intorno a trenta o trentacinque grammi al giorno, quantità che corrisponde solo alla media complessiva nella Cina rurale.

Nello Studio Cina abbiamo studiato con grande attenzione la questione ferro/fibre.
A conti fatti, le fibre non si sono rivelate nemiche dell’assorbimento di ferro, come invece molti esperti sostengono.

Abbiamo anzi constatato l’effetto contrario: un buon indicatore del ferro contenuto nel sangue, l’emoglobina, in realtà aumentava con la maggior assunzione di fibre alimentari.

In ultima analisi, i cibi ad elevato contenuto di fibre come il grano o il granturco (ma non il riso brillato consumato in Cina) risultano anche ricchi di ferro, con la conseguenza che un maggior consumo di fibre incrementa anche l’apporto di ferro.

L’assunzione di ferro nella Cina rurale (34 mg/giorno) era sorprendentemente alta in confronto all’apporto medio americano (18 mg/giorno) ed era molto più associata ai cibi di origine vegetale che non a quelli di origine animale.

Come molte altre rilevazioni nell’ambito della nostra ricerca, anche i dati raccolti in Cina in fatto di fibre alimentari e ferro non andavano a suffragare le opinioni diffuse fra gli scienziati occidentali.
Gli individui che consumano più cibi di origine vegetale, e di conseguenza più fibre, consumano anche più ferro, con il risultato finale di livelli di emoglobina più elevati in modo statisticamente significativo.

I risultati dimostravano che l’elevata assunzione di fibre era costantemente associata a tassi inferiori di cancro colorettale.

La dieta ricca di fibre è stata anche messa in correlazione con livelli inferiori di colesterolo nel sangue.

Ovviamente, un elevato consumo di fibre rifletteva un elevato consumo di cibi di origine vegetale; alimenti come i fagioli, le verdure in foglia e i cereali integrali sono tutti ad elevato contenuto di fibre.

 

Estratto dal libro “The CHINA STUDY” di T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell 


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