Estratto dal libro “The CHINA STUDY” di T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell
MANGIARE CORRETTAMENTE: OTTO PRINCIPI IN FATTO
DI ALIMENTAZIONE E SALUTE
PRINCIPIO N. 5
L’alimentazione può controllare in modo sostanziale gli effetti avversi dei farmaci nocivi.
Sugli organi di stampa compaiono regolarmente servizi sulle sostanze chimiche cancerogene: l’acrilamide, i dolcificanti artificiali, le nitrosammine, i nitriti, l’Alar, le ammine eterocicliche e l’aflatossina sono stati tutti messi in relazione con il cancro nelle ricerche sperimentali.
C’è una diffusa percezione che il cancro sia provocato dalle sostanze chimiche
tossiche che penetrano nell’organismo in modo sinistro.
Per giustificare la propria opposizione all’uso indiscriminato di antibiotici e di ormoni negli animali da allevamento, per esempio, si citano spesso preoccupazioni per la salute del consumatore.
Il presupposto è che la carne sarebbe un alimento sicuro se non contenesse quelle sostanze chimiche innaturali.
Il vero pericolo della carne, però, sono gli squilibri nutrizionali, indipendentemente dalla presenza o assenza delle tanto temute sostanze chimiche: molto prima che esse fossero introdotte negli alimenti, i casi di cancro e di cardiopatia avevano cominciato a registrare un aumento, proprio quando anche il consumo di alimenti di origine animale cominciava a crescere.
Un bell’esempio di malintesa “preoccupazione per la salute pubblica” a proposito delle sostanze chimiche è l’annosa indagine da trenta milioni di dollari sui tassi di incidenza del cancro al seno lievemente superiori alla media registrali a Long Island, New York, cui abbiamo già accennato nell’8° capitolo.
Sembrava che le sostanze chimiche contaminanti provenienti da alcuni siti industriali provocassero il cancro al seno nelle donne residenti nelle aree vicine, ma questa mal congegnata storia si è rivelata priva di sostanza.
Un’altra sostanza cancerogena a destare preoccupazione è l’acrilamide, che è contenuta soprattutto nei cibi trattati a livello industriale o fritti come le patatine confezionate.
L’implicazione è che se si potesse eliminare con successo questa sostanza chimica dalle patatine, esse sarebbero un alimento sicuro, anche se continuano a essere fettine di patate decisamente malsane, trattate a livello industriale e inzuppate nel grasso e nel sale.
Molti di noi sembrano volere un capro espiatorio: non vogliamo sentirci dire che i nostri cibi preferiti sono un problema soltanto per il loro contenuto nutrizionale.
Nel 3° capitolo abbiamo visto come i potenziali effetti dell’aflatossina, una sostanza chimica presentata al pubblico come altamente cancerogena, possano essere totalmente controllati mediante l’alimentazione.
Anche con la somministrazione di ingenti dosi di aflatossina, i ratti si mantenevano sani, attivi e immuni al cancro se venivano nutriti con una dieta a basso contenuto di proteine. Abbiamo anche visto come i risultati scientifici più irrilevanti possano avere una grande eco mediatica ogni volta che si nomina il cancro.
Se per esempio gli animali da laboratorio presentano un aumento dell’incidenza del cancro in seguito a un’enorme esposizione a un agente chimico, si strombazza che quest’ultimo è cancerogeno, come nel caso della NSAR (vedi 3° capitolo) e dei nitriti.
Tuttavia, come per i geni, l’attività di queste sostanze chimiche cancerogene è controllata principalmente dalle sostanze nutritive contenute in ciò che mangiamo.
Che cosa ci dicono dunque questi esempi?
In termini pratici, non ci facciamo un gran bene mangiando carne di manzo biologica invece di quella tradizionale in cui si sono pompate grandi quantità di sostanze chimiche.
Il manzo biologico potrà essere marginalmente più salutare, ma non affermerei in nessun caso che si tratti di una scelta sicura: entrambi i tipi di carne hanno un profilo nutrizionale analogo.
E’ utile considerare questo principio in altri termini: una malattia cronica come il cancro impiega anni per evolvere.
Le sostanze chimiche che provocano l’iniziazione del cancro sono spesso le stesse che fanno notizia sui giornali; quello che invece non fa notizia è il fatto che il processo patologico continua a lungo dopo l’iniziazione, e può essere accelerato o represso durante la fase della promozione mediante l’alimentazione.
In altre parole: è soprattutto l’alimentazione a determinare se la malattia provocherà mai danni per la salute.
Estratto dal libro “The CHINA STUDY” di T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell
PRINCIPIO N. 5